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Le mostre

Il progetto fin dalla prima edizione del concorso, nel 2009, assume anche le forme di una mostra aperta al pubblico. Le fotografie concorrenti sono esposte nel ridotto del Piccolo Teatro e poi nell'Aula Magna - Centro Congressi dell'Università della Calabria.

Con il proseguire degli anni e dei concorsi le mostre si moltiplicano. Un congruo numero continua ad avere come scenario l'Università della Calabria, per lo più in occasione del ricorrere del Giorno della Memoria.

Il costituirsi nel 2011 della Rete Universitaria per il Giorno della Memoria, moltiplica e allarga le prospettive, rivelando nel contempo la qualità dei contenuti e l'originalità della formula. Mostre ogni volta intitolate Vedere l'Altro, vedere la Shoah, sono perciò organizzate in diverse sedi italiane ed estere, come per esempio l'ex campo di concentramento Ferramonti di Tarsia e le Università di Macerata, Teramo, Zagabria, Varsavia e 'Marin Barleti' di Tirana.

Contestualmente inizia una serie da considerarsi a tutti gli effetti spin off della principale, ovvero centrati sull'arte della Shoah.

 

Un ruolo pilota ha Chi salva una vita salva il mondo intero. La Shoah, Israele e i Giusti fra le Nazioni, è curata nella parte scientifica da Paolo Coen e nella grafica da Alice Gaudioso. La mostra, finanziata e tuttora di proprietà dell'Ambasciata d'Israele in Italia, fa perno sull'arte come antidoto alla retorica e alla 'pornografia' della Shoah, ovvero all'utilizzo diretto e indiscriminato delle fotografie dello sterminio. La mostra, di rimarchevole successo anche all'estero - una versione in lingua spagnola è stata montata anche in Colombia - costituisce attualmente la base della sezione dedicata allo stato d'Israele nel Museo del Mediterraneo (MAMT) di Napoli.

Attraverso la Rete Universitaria Alessandra Carelli organizza a sua volta una serie di esposizioni a tema, per esempio nell'ex campo di concentramento Ferramonti di Tarsia, nel foyer dell'Università della Calabria, nella sede della GGIL di Cosenza e nel Comune di Carolei.

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